Nell’intesa viene recepito integralmente l’accordo separato del 15 aprile sul sistema contrattuale. Si apre così la via alle deroghe al Contratto nazionale e, più in generale, alla limitazione dei diritti. Già ora il testo sottoscritto da Fim e Uilm colpisce l’autonomia della contrattazione a livello aziendale, predisponendo vincoli e procedure di controllo, conciliazione e arbitrato che finora erano sempre stati respinti.
Per quanto riguarda il salario, il risultato è una svalutazione della funzione del Contratto nazionale. Un lavoratore di terzo livello riceverà, per il primo anno di vigenza contrattuale(2010), poco più di 15 euro netti. D’altra parte, la durata triennale del Contratto non è accompagnata da alcuna forma certa di garanzia a tutela del salario in caso di crescita dell’inflazione. Viene cancellata una conquista storica dei metalmeccanici: la rivalutazione del valore punto per gli aumenti contrattuali. Così si programmano sin d’ora aumenti contrattuali ancor più bassi di quelli finora ottenuti. Siamo di fronte all’aumento più basso nella storia Sindacale nel nostro settore!!!!!
L’accordo non risponde in alcun modo alla richiesta, fatta propria dalla Fiom, ma diffusa in tutte le aziende metalmeccaniche, di interventi d’urgenza contro la crisi e i licenziamenti. Al contrario, esso rinvia tutta la materia al nuovo ente bilaterale, nel quale confluiranno fondi di cui non è chiaro in alcun modo né l’utilizzo né la funzione. Ma questi e altri punti sono ancora meno gravi della violazione delle più elementari regole di democrazia che è contenuta nella stessa stipula di questo accordo.
Il Contratto nazionale, firmato unitariamente nel 2008, è ancora in vigore, ma Fim e Uilm lo hanno unilateralmente disdettato, pur rappresentando solo un terzo dei metalmeccanici.
La Fiom di Savona chiede pertanto alle Segreterie Provinciali di Fim e Uilm, in modo formale, di effettuare tra tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori metalmeccanici un referendum ove si possano confrontare, in modalità rigorose e trasparenti, le ragioni del sì e quelle del no all’accordo separato; un referendum il cui risultato sia vincolante per tutti. Se Fim e Uilm rifiuteranno questa proposta, si assumeranno la gravissima responsabilità di espropriare le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici del loro Contratto nazionale.
La Federmeccanica, che assieme alla Confindustria ha scelto la via dell’accordo separato, si assume a sua volta l’onere di aver perseguito un’intesa dannosa per i lavoratori, utilizzando le difficoltà della crisi. E’ una scelta miope, che segnala l’incapacità della Federmeccanica e della Confindustria di affrontare la crisi economica in maniera diversa dal passato, rispettando i diritti e le esigenze del mondo del lavoro.
La previsione di rimandi a commissioni contrattuali e la stesura del Contratto separato, riguardo le normative più pericolose (deroghe al CCNL ecc..) impegna la FIOM a una stagione di mobilitazione e di lotta dei lavoratori , per impedire l’introduzione nei metalmeccanici delle regole previste dall’accordo separato di CISL,UIL,UGL e Confindustria.
La FIOM non lascerà nulla di intentato per contrastare gli effetti di questa intesa e per riconquistare , con i lavoratori, un CONTRATTO Nazionale degno di questo nome.
Fiom-Cgil/Savona