I Distretti Sanitari e l?ASL 2

- Al dott. Franco Bonanni
Dir. Generale ASL 2

- Al dott. Alfonso Di Donato
Dir. Amministrativo ASL 2

- Alla dott. Claudia Agosti
Dir. Sanitario ASL 2

p.c. – Al dott. Federico Berruti
Sindaco Comune di Savona

- Al dott. Antonello Tabbo’
Sindaco Comune di Albenga

- Al dott. Fulvio Briano
Sindaco Comune di Cairo

- Al dott. Flaminio Richeri
Sindaco Comune di FinaleSavona, 2 luglio 2007


Oggetto: Distretti Sanitari

La Liguria, recependo la normativa nazionale (dlgs 229/99, 328/200), ha disciplinato il sistema regionale dei servizi sanitari e sociosanitari (l.r.12/66,l.r.41/66).
Le norme sono finalizzate a garantire l’erogazione di determinati servizi in maniera più adeguata alle esigenze dei cittadini, prevedendo la definizione, attraverso la distrettualizzazione, di un diverso modello operativo e soprattutto organizzativo.

La Regione Liguria ha dato precise indicazioni, attraverso la Delibera Regionale 1164/2006 le la Legge Regionale 41/2006, perché le Aziende Sanitarie si organizzino in maniera trasversale a livello di Distretto.

L’ASl 2 è stata più volte sollecitata al rispetto delle normative suddette, anche con una nota a firma dell’Assessore Regionale alla Salute e dell’Assessore ai Servizi Sociali.
Il 17 maggio doveva essere approvata una delibera - elaborata e sottoscritta dai  4 Direttori di distretto dell’Ambito 1-2-3-4 (dott. Bortolaso, dott. Genta, dott. Rota, dott.ssa Cavallo) dell’ASl 2 - che predisponeva un percorso preciso e prescrittivo per recepire la normativa nazionale e regionale.

La delibera non è stata recepita dalla Direzione Generale ed anzi, modificata radicalmente, come si evince dalla documentazione inviataci.

Ci permettiamo di evidenziare i punti critici:

- Si passa da una puntuale indicazione di atti indispensabili per applicare le normative(dlegs229/99,dlgs328/200,l.r.12/2006,delib.reg.1164/2006, l.r.41/2006)ad una delibera poco chiara, generica, dove le norme vengono citate a stralcio, in modo incompleto e spesso distorto:Savona, 2 luglio 2007

- Dove si cita la 229/99 a proposito dei MMG, si omette che il decreto legislativo suddetto dà al distretto  una serie di compiti e funzioni fondamentali;

- Si rovescia l’obbligo di collaborazione dei MMG con il distretto, individuando la responsabilità di collaborazione nel Distretto e non viceversa, come previsto dalla legge;

- Per quanto riguarda l’Unità di valutazione Multidisciplinare si cita la 138 del 08.02.07 , ma non è corretto, in quanto quella delibera non prevede l’UVM e lo Sportello Integrato SocioSanitario di distretto;

- Rapporti fra Distretto e Dipartimenti: si dice che “le funzioni attribuite al Distretto sono da intendersi attinenti ad un ruolo di committenza, mentre la Responsabilità è oggetto di competenza del Dipartimento o U.O. o struttura Semplice cui afferiscono gli operatori”. Questo ruolo è palesemente superato in quanto previsto dall’art.6 della delib. Regionale 1164/2006, ma solo come fase di avvio dei Distretti; inoltre,   la legge 41/2006 approvata successivamente ha definito precisamente i rapporti Dipartimenti – Distretti (Capo V): se così non fosse, si negherebbe il ruolo orizzontale del Distretto, svuotandolo completamente del proprio innovativo modello organizzativo;

- È preoccupante  anche la parte che attribuisce al distretto solo un ruolo di proposta nei riguardi della direzione Aziendale che sceglie le priorità anche in ragione della compatibilità economica (ulteriore violazione della legge 229/99 e 328/2000)

Ci domandiamo, come organizzazioni sindacali che tutelano i lavoratori, ma anche la qualità dei servizi sanitari erogati al cittadino, se l’ASL 2 intende, in un quadro di riorganizzazione sanitaria ligure, dove gli ospedali sono richiamati a svolgere il loro ruolo di assistenza all’emergenza e all’acuzie, e dove quindi il ruolo del Territorio e del Distretto sarà sempre più importante, per quale motivo, con pervicace ostinazione, si fa di tutto per non applicare le normative e per non istituire in modo serio il Distretto?

I lavoratori della Sanità e i cittadini fanno spesso fatica a comprendere le trasformazioni, le riorganizzazioni sanitarie.
I lavoratori devono subire modifiche all’organizzazione del lavoro, i cittadini sono soggetti alla strumentalizzazioni di partiti e campanili vari.

In questo quadro complesso, le organizzazioni sindacali confederali, con senso di responsabilità, possono svolgere un ruolo importante di intermediazione, ma solo a certe condizioni: una delle più importanti è che se dobbiamo passare da un’assistenza ospedalocentrica ad una territoriale, a misura del cittadino, occorre che al Distretto e a chi ha il compito di dirigerlo vengano dati gli strumenti necessari per poter operare, peraltro previsti dalla legge.

Per le ragioni suddette, prima di procedere ad un atto deliberativo, chiediamo l’attivazione di un tavolo di concertazione specifico.

Se così non fosse, risulterà evidente che dovremo mettere in atto tutte le iniziative, anche di lotta, necessarie per dare al cittadino e al lavoratore la qualità sanitaria di cui ha pieno diritto.

Per la  F.P. CGIL       Per la CISL FPS         Per la UIL FPL
Diego Calcagno            Giovanni Oliveri        Andrea Torassa